Abbazia San Salvator Maggiore
Quando il papa Nicolò V, il 20 gennaio del 1448, concesse al Cardinale Latino Orsini la Commenda di S. Salvatore Maggiore, così si esprsse: “Al diletto Figlio Latino….che prenderà possesso, come abate, del Monastero di S. Salvatore Maggiore presso Castel Longone…”. La fortezza di Longone dunque sarà al servizio prima del monastero in costruzione, successivamente degli abati come dimora protetta, ed infine Luogo di Legge per gli affari amministrativi e giudiziari di tutto il territorio. Per questo, negli atti ufficiali Longone sarà chiamato Capo della Abbazia di S. Salvatore dove risiedeva il Governatore, la Corte, la Milizia e la Curia. La rocca di Longone sorge in un punto strategico per S. Salvatore: è meno di 2 Km. dal monastero ed è posto sull’unica strada che unisce la consolare Salaria all’Altipiano detto del Letenano. Al popolo romano prima ed ai monaci farfensi dopo, era malagevole salire per gli impervi e boscosi monti del versante Velino, ma da Roccasinibalda, dove transitava la Consolare, era più comodo raggiungere il monastero creando una bretella (Via Cecilia) come diverticolo della Salaria. Uno storico dei primi secoli ce lo conferma: “Il Monastero del Salvatore dista da Rieti, procedendo verso sud (verso Roccasinibalda), di dodicimila passi (18 Km.)”. Molti Ricercatori sono convinti che gran parte dei documenti di S. Salvatore siano stati portati negli archivi della diocesi di Poggio Mirteto, alla cui giurisdizione (1841), insieme alla parrocchia di Longone, venne affidato il monastero di S. Salvatore, divenuto residenza estiva del seminario diocesano. Nel 1925 il vescovo di Poggio Mirteto incaricò il parroco di Longone Don Sisto Fiori a pilotare la ristrutturazione del monastero danneggiato dal terremoto del 1915. Ora, il Comune di Concerviano sta terminando la ristrutturazione della gloriosa Abbazia Imperiale: auspicano, gli antichi castelli, che il loro Monastero torni ammantato del suo splendore e della sua originaria cultura.