Chiesa di Sant’Antonio di Padova (Conventino)
Nel brogliardo del catasto Gregoriano, la particella 472 ed il toponimo Faneto, individuano il Venerabile Convento di S. Francesco di Longone. Il vocabolo ci riconduce ad un probabile tempio di epoca romana, dedicato al dio Fano collocato su quella via che era uno dei tanti tracciati di transumanza. Essa è la Via Romana che collega, ancora oggi, la piana di Mercatello agli stazzi del monte Aquilone, al tempio di Ercole su Colle Pasciano, sino alla Villa romana di Sestio Tadio, ancora sontuosa, quando sulle sue vestigia venne eretto dai monaci farfensi l’Imperiale Abbazia di San Salvatore Maggiore. Agli stessi monaci apparteneva la struttura del Vecchio Monastero, menzionato nelle loro Cronache, abitato durante la costruzione dell’abbazia del Salvatore. I religiosi di Farfa scelsero Faneto, con sorgente vicina, come sede monastica dirigenziale dei lavori in corso, mentre i Mastri Muratori alloggiavano sul colle di fronte, nelle abitazioni protette del castello di Longone.
Una testimonianza storica del 1664 ci assicura che il Vecchio Monastero farfense sia stato ceduto dagli stessi Benedettini a S. Francesco di Assisi , come quello di Borgo S. Pietro a S. Filippa Mareri: “ L’Università della terra di Longone et i popoli ancor di 15 castelli circonvicini, rappresentano che il Conventino fu eretto e fondato dal medesimo P. San Francesco, a ciò a lui dedicato…”. E’ una testimonianza dello storico francescano Padre Bonaventura Theuli il quale ci rassicura sul passaggio diretto avvenuto tra Benedettini di Farfa e lo stesso Padre Francesco. Non solo, ma un documento del 1252 elenca il Convento di Longone tra i beni francescani, e, si badi bene, a soli 26 anni dalla morte del Santo (1226)!.
Si suppone che il Convento di Longone, essendo uno dei pochi dedicato a S. Francesco, sia stato consacrato nel 1228, anno della santificazione del Poverello di Assisi. Il conventuale P. Coccia così descrive il convento nell’ultima sua visita: “..il 29 gennaio 1966 siamo andati a rivederlo. Tutto è in buono stato. Il convento con la chiesa appartiene ai signori Vagli. La chiesa è ben conservata. Vi si celebra la messa di tanto in tanto…abbiamo trovato la statua di S. Antonio in mezzo alla chiesa. Nell’altare maggiore si ammira un bel trittico, con in mezzo S. Francesco, a destra S. Antonio, a sinistra S. Bonaventura. A destra della navata l’altare di S. Antonio ed a sinistra quello della Madonna…”. Un’altra coincidenza ci induce ad attribuire ai Benedettini di Farfa la donazione del Vecchio Monastero a S. Francesco: i Conventuali di Longone, infatti, nel 1839 riconsegnarono il convento, con tutti i suoi beni, a Farfa, da cui proveniva. Il Santo Cardinal Schuster soggiornò ripetutamente in quel Convento nel periodo in cui scrisse l’opera storica “Il monastero imperiale di S. Salvatore Maggiore” e ricorda in questo modo i giorni della sua permanenza:“Un affettuoso grazie di cuore vada pure alla distinta famiglia Vagli di Longone, (siamo nel 1914) in casa della quale ho trovato nobile ospitalità ed ogni più gentile cura…” Più volte, negli anni trenta, dalla stessa famiglia Vagli viene ospitato il Venerabile Massimo Rinaldi, vescovo di Rieti.